Io non vedo né catastrofi né macerie-almeno non di più rispetto al passato-, piuttosto uno svilimento dell'opera d'arte in particolare modo di quella pittorica. Le ragioni le riscontro nell' avanzata incontenibile della tecnologia, della tecnica e quindi anche della comunicazione e mercificazione di massa tipicamente novecentesche che hanno sovrastato il genio artistico in favore di modesti "tecnici dell'immagine" (wahrol, lichtestein) o simpatici graffitisti (rammellzee, basquiat, haring).Ma questo non significa che l'arte sia definitivamente morta.
è sempre stata, ricerca del valore, arte.
La mia domanda è quindi la seguente: può esistere arte che non sia valore?
Ipse
Affermo quindi che la ricerca estetica non può servire alla distruzione lenta (consumo), come la ricerca scientifica non
può servire alla distruzione
violenta (la guerra); non almeno senza cessare di essere quello chepuò servire alla distruzione
è sempre stata, ricerca del valore, arte.
La mia domanda è quindi la seguente: può esistere arte che non sia valore?
Ipse
2 commenti:
Scusate l'intrusione ma leggendo il post mi è venuta voglia di scrivere. Pertendo da una delle ultime considerazioni "L'arte ha avuto un principio, può avere una fine storica. Come sono finite le mitologie pagane, l'alchimia, il feudalesimo, l'artigianato, così può finire l'arte." cercherò di esporre la mia idea.
La storia esiste ed è un dato oggettivo, in quanto esiste il tempo, inteso come impossibilità di ripetere e incoscienza di evolvere.
L'interpretazione di essa è però soggettiva in quanto l'orologio è una convenzione che aiuta la vita sociale, coordinando le funzioni di ogni individuo, dato che il tempo è soggettivo poichè una stessa stessa coordinata determina valori diversi nelle vite di ogni idividuo.
Per renderla più chiara mi servirò di una metafora matematica: Nel piano cartesiano (spazio, tempo) diverse funzioni assumono valori diversi (talvolta uguali) al variare delle due incognite (x,y).
A questo punto è possibile sostituire alla parola "funzione" la parola "individuo". E di conseguenza l'arte, che è pura concezione dell'uomo, può essere sostituita anch'essa alla parola "funzione". Ora è possibile vedere come l'arte possa assumere valori diversi nel tempo e nello spazio.
Tale ragionamento porta alla conclusione che cambiando il contesto (tempo e luogo), l'arte trova la propria essenza in diverse espressioni. Mi sembra elementare fare uno sforzo per capire che l'arte si evolve ed ogni periodo ha il suo stile. Dire che l'arte si è commercializzata ecc. è un discorso neoclassicista di chi si appella a valori sconosciuti ma presi per veri perchè semplicemente storicizzati.
Riguardo alla storia dell'arte, il principio coincide con la nascita dell'uomo, in quanto subito avverte la bellezza della donna e della natura; la morte non credo possa mai sopraggiungere perchè ciò significherebbe negare all'uomo ogni sentimento od emozione incondizionata, tra le quali domina l'Amore.
Ad avvalorare la mia tesi ricordo che le mitologie pagane non si sono estinte poichè sono molte le popolazioni che non credono al Cristianesimo. Se la mia è stata una pecca di presunzione o una volontaria incomprensione (forse volevi dire politeista) la risposta è la stessa.
Quanto all'alchimia, ricordo che gli investimenti per le ricerche mediche e chimiche sono ingenti.
Al feudalesimo si è sostituito lo sfruttamento decentralizzato delle multinazionali o considerando più nel piccolo sono ancora parecchi gli stranieri e non che lavorano nella campagne senza adeguate retribuzioni e garanzie.
L'artigianato poi, è immortale in quanto il fare è una facoltà che l'uomo non abbandonerà mai.
Volevo rispondere io a questo brano,poi ho letto il commento e....che dire..complimenti mi trovo veramente d'accordo..e' come se qualcuno mi avesse tolto le parole di bocca...
L'arte,come qualsiasi altro moto che nasce come espressione dell'animo,non puo' morire ma soltanto trasformarsi ed evolversi in un ciclo continuo ed essere appunto nient'altro che funzione dell'uomo e della vita che esso stesso conduce.Come fai a svilire un periodo storico-culturale come quello di wahrol definendolo un modesto tecnico dell'immagine,non avra' affrescato la cappella sistina d'accordo,ma e' stato l'incarnato di quel periodo e di quella condizione,ha destato un movimento,ha rappresentato un'epoca.
Chi puo' arrogarsi il diritto di definire o meno l'arte,ogni espressione dell'animo e' arte,anche il "nostro artista" che davanti all'ara pacis espone scarpe o biglietti improponibili e che ci fa scappare un sorriso e' un artista...
Posta un commento