
sabato 31 marzo 2007
venerdì 30 marzo 2007
mercoledì 28 marzo 2007
martedì 27 marzo 2007
lunedì 26 marzo 2007
domenica 25 marzo 2007
sabato 24 marzo 2007
venerdì 23 marzo 2007
giovedì 22 marzo 2007
mercoledì 21 marzo 2007
martedì 20 marzo 2007
quasi mille!
entro oggi dovremmo arrivare a 1000 visite!
come promesso, il 1000 visitatore vincerà
+un abbonamento a AD (architectural digest)
+la discografia di alberto camerini
+una notte di sesso con l'intero gruppo editoriale di 00528
per convalidare la vittoria bisogna:
-fare STAMP R SIST sul contatore delle visite
-aprire PAINT
-selezionare INCOLLA
-salvare l'immagin in JPG
come promesso, il 1000 visitatore vincerà
+un abbonamento a AD (architectural digest)
+la discografia di alberto camerini
+una notte di sesso con l'intero gruppo editoriale di 00528
per convalidare la vittoria bisogna:
-fare STAMP R SIST sul contatore delle visite
-aprire PAINT
-selezionare INCOLLA
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domenica 18 marzo 2007
sabato 17 marzo 2007
Architettura e Translator

TERENCE DONNELY CENTRE FOR CELLULAR AND BIOMOLECULAR RESEARCH(G.Behnisch)....
Vs
L&H powerTRANSLATOR pro
Situato nel medio dell'università del centro dell'Università di Toronto, il CCBR è la torre di vetro di un piano del 13 che assomiglia a piuttosto una serra alta, circondata da edifici storici. Con un'area di pavimento lorda di 20,630 m2 è un esempio notevole di disegno sostenibile, mentre comprendendo una serie di requisiti spaziali e variabili: pavimenti di laboratorio estremamente controllati sono localizzati accanto a spazi pubblici e naturalmente ventilati come il giardino di inverno. La naturale ventilazione è realizzata dalla facciata duplice sui lati meridionali e dell'ovest che, come un camino, non solo circola aria, ma anche assiste nel rinfrescando in tempo caldo e comportarsi come un lavandino termale in condizioni sottozere. Questo effetto di pila, controllato da guastafesti variabili, notevolmente riduce il riscaldamento e raffreddando carico sui sistemi meccanici.
Come un sostenibile, verde e guardando in avanti edificio, il CCBR mette in mostra l'uso di nuovo ed emergendo materiali come elementi di chiave. Il muro di tenda di facciata duplice è una di queste caratteristiche uniche. Oltre ad assistendo con la naturale ventilazione ed ombreggiatura attiva, questa caratteristica riduce l'infiltrazione di rumore. Riduce anche perdita di calore dall'edificio come la foglia esterna delle funzioni di facciata duplici come un buffer di scudo l'interno dal tunnel di vento urbano di Strada di Università.
Energia che conserva misure fu applicata ai sistemi di laboratorio per minimizzare uso di energia mentre soddisfece standard di laboratorio severi. Sistemi di piombatura separati furono sviluppati evitare contaminazione dell'ambiente da spreco di laboratorio e raccogliere rainwater per la distribuzione ai giardini di inverno
HH Angus incontrò il disegno sfida di questa facilità unica provvedendo meccanico, elettrico e servizi di comunicazioni per un edificio che sosterrà la prova di tempo come un esempio di disegno sostenibile ed innovativo.
venerdì 16 marzo 2007
Jean-Paul Sartre + Martina
Sempre tenendo fede alla democraticità del blog e come al solito per rendere visibile e trasparente la
discussione
pubblico due commenti fatti al post "botta e risposta". Al più presto risponderò. Ipse
Jean-Paul Sartre ha detto:
Scusate l'intrusione ma leggendo il post mi è venuta voglia di scrivere. Pertendo da una delle ultime considerazioni "L'arte ha avuto un principio, può avere una fine storica. Come sono finite le mitologie pagane, l'alchimia, il feudalesimo, l'artigianato, così può finire l'arte." cercherò di esporre la mia idea.
La storia esiste ed è un dato oggettivo, in quanto esiste il tempo, inteso come impossibilità di ripetere e incoscienza di evolvere.
L'interpretazione di essa è però soggettiva in quanto l'orologio è una convenzione che aiuta la vita sociale, coordinando le funzioni di ogni individuo, dato che il tempo è soggettivo poichè una stessa stessa coordinata determina valori diversi nelle vite di ogni idividuo.
Per renderla più chiara mi servirò di una metafora matematica: Nel piano cartesiano (spazio, tempo) diverse funzioni assumono valori diversi (talvolta uguali) al variare delle due incognite (x,y).
A questo punto è possibile sostituire alla parola "funzione" la parola "individuo". E di conseguenza l'arte, che è pura concezione dell'uomo, può essere sostituita anch'essa alla parola "funzione". Ora è possibile vedere come l'arte possa assumere valori diversi nel tempo e nello spazio.
Tale ragionamento porta alla conclusione che cambiando il contesto (tempo e luogo), l'arte trova la propria essenza in diverse espressioni. Mi sembra elementare fare uno sforzo per capire che l'arte si evolve ed ogni periodo ha il suo stile. Dire che l'arte si è commercializzata ecc. è un discorso neoclassicista di chi si appella a valori sconosciuti ma presi per veri perchè semplicemente storicizzati.
Riguardo alla storia dell'arte, il principio coincide con la nascita dell'uomo, in quanto subito avverte la bellezza della donna e della natura; la morte non credo possa mai sopraggiungere perchè ciò significherebbe negare all'uomo ogni sentimento od emozione incondizionata, tra le quali domina l'Amore.
Ad avvalorare la mia tesi ricordo che le mitologie pagane non si sono estinte poichè sono molte le popolazioni che non credono al Cristianesimo. Se la mia è stata una pecca di presunzione o una volontaria incomprensione (forse volevi dire politeista) la risposta è la stessa.
Quanto all'alchimia, ricordo che gli investimenti per le ricerche mediche e chimiche sono ingenti.
Al feudalesimo si è sostituito lo sfruttamento decentralizzato delle multinazionali o considerando più nel piccolo sono ancora parecchi gli stranieri e non che lavorano nella campagne senza adeguate retribuzioni e garanzie.
L'artigianato poi, è immortale in quanto il fare è una facoltà che l'uomo non abbandonerà mai.
martina ha detto:
Volevo rispondere io a questo brano,poi ho letto il commento e....che dire..complimenti mi trovo veramente d'accordo..e' come se qualcuno mi avesse tolto le parole di bocca...
L'arte,come qualsiasi altro moto che nasce come espressione dell'animo,non puo' morire ma soltanto trasformarsi ed evolversi in un ciclo continuo ed essere appunto nient'altro che funzione dell'uomo e della vita che esso stesso conduce.Come fai a svilire un periodo storico-culturale come quello di wahrol definendolo un modesto tecnico dell'immagine,non avra' affrescato la cappella sistina d'accordo,ma e' stato l'incarnato di quel periodo e di quella condizione,ha destato un movimento,ha rappresentato un'epoca.
Chi puo' arrogarsi il diritto di definire o meno l'arte,ogni espressione dell'animo e' arte,anche il "nostro artista" che davanti all'ara pacis espone scarpe o biglietti improponibili e che ci fa scappare un sorriso e' un artista...
discussione
pubblico due commenti fatti al post "botta e risposta". Al più presto risponderò. Ipse
Jean-Paul Sartre ha detto:
Scusate l'intrusione ma leggendo il post mi è venuta voglia di scrivere. Pertendo da una delle ultime considerazioni "L'arte ha avuto un principio, può avere una fine storica. Come sono finite le mitologie pagane, l'alchimia, il feudalesimo, l'artigianato, così può finire l'arte." cercherò di esporre la mia idea.
La storia esiste ed è un dato oggettivo, in quanto esiste il tempo, inteso come impossibilità di ripetere e incoscienza di evolvere.
L'interpretazione di essa è però soggettiva in quanto l'orologio è una convenzione che aiuta la vita sociale, coordinando le funzioni di ogni individuo, dato che il tempo è soggettivo poichè una stessa stessa coordinata determina valori diversi nelle vite di ogni idividuo.
Per renderla più chiara mi servirò di una metafora matematica: Nel piano cartesiano (spazio, tempo) diverse funzioni assumono valori diversi (talvolta uguali) al variare delle due incognite (x,y).
A questo punto è possibile sostituire alla parola "funzione" la parola "individuo". E di conseguenza l'arte, che è pura concezione dell'uomo, può essere sostituita anch'essa alla parola "funzione". Ora è possibile vedere come l'arte possa assumere valori diversi nel tempo e nello spazio.
Tale ragionamento porta alla conclusione che cambiando il contesto (tempo e luogo), l'arte trova la propria essenza in diverse espressioni. Mi sembra elementare fare uno sforzo per capire che l'arte si evolve ed ogni periodo ha il suo stile. Dire che l'arte si è commercializzata ecc. è un discorso neoclassicista di chi si appella a valori sconosciuti ma presi per veri perchè semplicemente storicizzati.
Riguardo alla storia dell'arte, il principio coincide con la nascita dell'uomo, in quanto subito avverte la bellezza della donna e della natura; la morte non credo possa mai sopraggiungere perchè ciò significherebbe negare all'uomo ogni sentimento od emozione incondizionata, tra le quali domina l'Amore.
Ad avvalorare la mia tesi ricordo che le mitologie pagane non si sono estinte poichè sono molte le popolazioni che non credono al Cristianesimo. Se la mia è stata una pecca di presunzione o una volontaria incomprensione (forse volevi dire politeista) la risposta è la stessa.
Quanto all'alchimia, ricordo che gli investimenti per le ricerche mediche e chimiche sono ingenti.
Al feudalesimo si è sostituito lo sfruttamento decentralizzato delle multinazionali o considerando più nel piccolo sono ancora parecchi gli stranieri e non che lavorano nella campagne senza adeguate retribuzioni e garanzie.
L'artigianato poi, è immortale in quanto il fare è una facoltà che l'uomo non abbandonerà mai.
martina ha detto:
Volevo rispondere io a questo brano,poi ho letto il commento e....che dire..complimenti mi trovo veramente d'accordo..e' come se qualcuno mi avesse tolto le parole di bocca...
L'arte,come qualsiasi altro moto che nasce come espressione dell'animo,non puo' morire ma soltanto trasformarsi ed evolversi in un ciclo continuo ed essere appunto nient'altro che funzione dell'uomo e della vita che esso stesso conduce.Come fai a svilire un periodo storico-culturale come quello di wahrol definendolo un modesto tecnico dell'immagine,non avra' affrescato la cappella sistina d'accordo,ma e' stato l'incarnato di quel periodo e di quella condizione,ha destato un movimento,ha rappresentato un'epoca.
Chi puo' arrogarsi il diritto di definire o meno l'arte,ogni espressione dell'animo e' arte,anche il "nostro artista" che davanti all'ara pacis espone scarpe o biglietti improponibili e che ci fa scappare un sorriso e' un artista...
giovedì 15 marzo 2007
mercoledì 14 marzo 2007
martedì 13 marzo 2007
lunedì 12 marzo 2007
domenica 11 marzo 2007
venerdì 9 marzo 2007
mercoledì 7 marzo 2007
Sapiens Sapiens
venerdì 2 marzo 2007
Botta e risposta
Io non vedo né catastrofi né macerie-almeno non di più rispetto al passato-, piuttosto uno svilimento dell'opera d'arte in particolare modo di quella pittorica. Le ragioni le riscontro nell' avanzata incontenibile della tecnologia, della tecnica e quindi anche della comunicazione e mercificazione di massa tipicamente novecentesche che hanno sovrastato il genio artistico in favore di modesti "tecnici dell'immagine" (wahrol, lichtestein) o simpatici graffitisti (rammellzee, basquiat, haring).Ma questo non significa che l'arte sia definitivamente morta.
è sempre stata, ricerca del valore, arte.
La mia domanda è quindi la seguente: può esistere arte che non sia valore?
Ipse
Affermo quindi che la ricerca estetica non può servire alla distruzione lenta (consumo), come la ricerca scientifica non
può servire alla distruzione
violenta (la guerra); non almeno senza cessare di essere quello chepuò servire alla distruzione
è sempre stata, ricerca del valore, arte.
La mia domanda è quindi la seguente: può esistere arte che non sia valore?
Ipse
Posto il commento fatto al precedente articolo al fine di rendere più agevole e
visibile la discussione in atto.
Ipse
visibile la discussione in atto.
Ipse
«C’è un quadro di Klee che si chiama Angelus Novus. Vi è rappresentato un angelo che sembra in procinto di allontanarsi da qualcosa su cui ha fisso lo sguardo. I suoi occhi sono spalancati, la bocca è aperta, e le ali sono dispiegate. L’angelo della storia deve avere questo aspetto. Ha il viso rivolto al passato. Là dove davanti a noi appare una catena di avvenimenti, egli vede un’unica catastrofe, che ammassa incessantemente macerie su macerie e le scaraventa ai suoi piedi. Egli vorrebbe ben trattenersi, destare i morti e riconnettere i frantumi. Ma dal paradiso soffia una bufera, che si è impigliata nelle sue ali, ed è così forte che l’angelo non può più chiuderle. Questa bufera lo spinge inarrestabilmente nel futuro, a cui egli volge le spalle, mentre cresce verso il cielo il cumulo delle macerie davanti a lui. Ciò che noi chiamiamo il progresso, è questa bufera»
e ancora
«Uno dei compiti principali dell'arte è sempre stato quello di creare esigenze che al momento non è in grado di soddisfare.»
(Walter Benjamin)

e ancora
«Uno dei compiti principali dell'arte è sempre stato quello di creare esigenze che al momento non è in grado di soddisfare.»
(Walter Benjamin)

giovedì 1 marzo 2007
La crisi dell'arte: antitesi fra consumo e valore #1
Dopo l'ennesima discussione sul ruolo dell'arte avvenuta nell' oramai abituale luogo d'incontro di alcuni studenti di architettura, pubblico a puntate un estratto dall'introduzione de
"Il secondo novecento" di Giulio Carlo Argan.
"Il secondo novecento" di Giulio Carlo Argan.
La difficoltà del rapporto tra arte e società, che aveva suscitato l'accesa dialettica delle correnti dopo la
prima guerra mondiale, dopo la seconda
si è aggravata al punto da fare ritenere inevitabile, imminente,
forse già avvenuta la
"morte dell'arte.
All'origine vi è una rivolta morale: in una società che accetta il genocidio,
i campi di sterminio, la bomba atomica non possono simultaneamente prodursi atti creativi. La guerra è l'aspetto culminante della distruzione sistematica e organizzata, del fare-per-distruggere di una società che si autodefinisce "dei consumi". V'è antitesi tra consumo e valore:
in tutta la sua storia l'arte è un valore di cui si fruisce, ma che non viene consumato.
Dicendo che l'arte è morta o sta morendo non si dichiara avenuta o
prima guerra mondiale, dopo la seconda
si è aggravata al punto da fare ritenere inevitabile, imminente,
forse già avvenuta la
"morte dell'arte.
All'origine vi è una rivolta morale: in una società che accetta il genocidio,
i campi di sterminio, la bomba atomica non possono simultaneamente prodursi atti creativi. La guerra è l'aspetto culminante della distruzione sistematica e organizzata, del fare-per-distruggere di una società che si autodefinisce "dei consumi". V'è antitesi tra consumo e valore:
in tutta la sua storia l'arte è un valore di cui si fruisce, ma che non viene consumato.
Dicendo che l'arte è morta o sta morendo non si dichiara avenuta o
prossima la "morte dell'arte" preconizzata da Hegel come finale risolversi della conoscienza intuitiva dell'arte nella conoscienza scientifica o filosofica. Neppure può parlasi di morte dell'arte nel senso in cui Nietzsche parlava della morte di Dio: l'arte non è un' entità metafisica , ma un modo storico dell'agire umano.L'arte ha avuto un principio, può avere una fine storica. Come sono finite le mitologie pagane, l'alchimia, il feudalesimo, l'artigianato, così può finire l'arte. Ma al paganesimo è succeduto il cristianesimo, all'alchimia
la scienza,
al feudalesimo le monarchie e poi lo stato borghese, all'artigianato l'industria:
che cosa può succedere all'arte?
Ipse
la scienza,
al feudalesimo le monarchie e poi lo stato borghese, all'artigianato l'industria:
che cosa può succedere all'arte?
Ipse
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